L'aurora a primavera: si
rischiara il cielo sulle cime delle montagne, sempre più luminoso, e nuvole
rosa si accavallano snelle e leggere. D'estate, la notte: naturalmente col
chiaro di luna; ma anche quando le tenebre sono profonde. E' piacevole allora vedere
le lucciole in gran numero rischiarare volando l'oscurità, oppure distinguere
solo le luci di alcune di loro. Anche quando piove, la notte ha un suo fascino.
Il tramonto in autunno: malinconico quando i raggi del sole calano obliqui
dalla vetta dietro cui tramonta, e i corvi a gruppi di due, di tre, di quattro
si affrettano disordinatamente al nido; piacevole è anche ammirare gli stormi
ordinati dei gabbiani rimpicciolirsi sempre più all'orizzonte. L'armonia del
vento e il ronzare degli insetti, quando il sole è calato infondono una dolce
tristezza. D'inverno, il primo mattino: bellissimo, inutile dirlo, quando cade
la neve. Bello è anche il candore della brina; oppure, oltre a questo,
riattizzare il fuoco rapidamente, quando il freddo è più intenso, e attraversare
le sale portando il carbone. E' anche piacevole verso mezzogiorno, quando
l'ambiente si è intiepidito, vedere il fuoco del braciere, non più alimentato, ridursi
a bianca cenere
Gli amanti della letteratura giapponese avranno
sicuramente riconosciuto l’incipit di questo indiscutibile capolavoro: si
tratta del “Makura no Soshi” (Note del Guanciale) di Sei Shōnagon (n. 966 ca. -
m. 1017), una delle maggiori rappresentanti della letteratura di corte del
periodo Heian (794-1186).
Questo brano, al di là del suo valore letterario,
incarna perfettamente lo spirito del Giappone; in particolare pone l’accento
sulla spiccata sensibilità del popolo nipponico verso il mutare delle stagioni.
L’alternarsi ciclico delle stagioni, con il mutare
della natura, costituisce per i giapponesi un momento importante dell’anno,
ricco di implicazioni mentali e spirituali.
E’ a tutti noto il costante monitoraggio dei media,
che forniscono notizie dettagliate sulla fioritura delle infinite varietà
floreali a cui, spesso, sono associate feste o tradizioni.
La stagione più suggestiva è sicuramente la
primavera (春),
quando è possibile ammirare nel tradizionale hanami (花見, lett. "ammirare i fiori"), migliaia
di ciliegi in fiore che volteggiano nell’aria per poi posarsi come tappeti al
suolo.
Ogni giapponese organizza un pic-nic nei numerosi
parchi del paese semplicemente per godere di questo spettacolo meraviglioso.
La fioritura dei ciliegi inizia a partire dalla
fine di marzo nel sud del Giappone e prosegue fino a metà maggio nell’estremo
nord del paese.
L’estate (夏)
è una stagione particolarmente gioiosa, associata alla danza e ai fuochi
d’artificio. La maggior parte delle feste locali e regionali si svolgono in questo
periodo: la Festa Gion-matsuri e la Festa Jidai-matsuri, a Kyoto, le danze di
Awa Odori a Tokushima e ancora le sfilate di carri illuminati durante la Festa
Nebuta-matsuri di Aomori.
In estate si svolgono anche molti festival come il
Soma Nomaoi, durante il quale si ricrea una battaglia di 1000 anni fa, o il
Grande festival d’estate di Tokyo, dove la musica è la protagonista assoluta.
Da ottobre a novembre si può ammirare l’incredibile bellezza delle foglie di acero o di gingko, ormai diventate rosse e dorate al tiepido sole autunnale (秋).
In questo periodo si svolge il Momijigari (紅葉狩 letteralmente “caccia agli aceri”), che
consiste nella tradizione di dirigersi in un luogo in cui le foglie degli
alberi sono divenute rossicce. Molti giapponesi, così come avviene per l’hanami,
si dirigono nei luoghi più suggestivi
come Nikkō o Kyoto, per ammirare il
mutamento progressivo degli aceri e contemplare la bellezza dell’autunno.
In inverno (冬) la neve crea dei paesaggi magici che spingono i giapponesi nelle varie onsen (温泉, “stazioni termali”) che si trovano sparse per il paese; tra quelle più conosciute c’è sicuramente la località di Hakone (箱根町), nella prefettura di Kanagawa, celebre per i panorami del monte Fuji e per il Parco Nazionale Fuji-Izu-Hakone.
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