IsakuKageyamaè un suonatore ditaiko(太鼓), i tradizionali
tamburi giapponesi, che ha il merito di aver fuso il suono di
uno strumento antichissimo alle nuove tendenze musicali
del mondo occidentale.
Le sue performance, infatti, mescolano il suono ritmico e ripetitivo
del taiko a suoni elettronici, rock, jazz, latini e africani. Il risultato è straordinariamente interessante ed
affascinante.
Isakuha collaborato congrandi artisti del jazz quali ToshinoriKondo, TerumasaHinoeKazutokiUmezu.
Ma può vantare collaborazioni anche con numerosi artisti di musica etnica come i NATA, i WinchestereNiiTete(percussioni africane).
Ha
inoltre lavorato conlo stilistaKansaiYamamoto e con TakashiYanase, famoso fumettista e creatore di manga.
Isakuè apparso in vari
spot televisiviper marchi qualiToyota,Boeing, Giappone Postal Service,AioiSonpoe ShinNihonTatemono.
Vale
la pena dare uno sguardo al suo sito ufficiale (dove è possibile ascoltare
alcuni dei suoi pezzi) e al suo profilo di twitter.
Lasciatevi
travolgere dal ritmo ipnotizzante della sua musica, sperando che nei suoi
progetti futuri ci sia spazio anche per l’Italia!
Questobreve video è statoscritto e direttonel 2001 dai due
comici KentaroKobayashi eJunjiKojima e prodottodal LaboratorioCulturagiapponese.
L’intento è quello di spiegare in chiave umoristica alcuni
aspetti della cultura giapponese, spesso misteriosi per noi occidentali.
Il video è stato presentatoin diversifestival internazionali tra
cuiil 57 FestivalInternazionale diBerlinodel 2007, dove ha ricevuto anche
un premio come migliore cortometraggio.
In
Giappone ogni stagione rappresenta un tripudio di colori e di emozioni che sono
state, nel corso della storia, immortalate in opere letterarie o nelle arti
figurative come momenti unici ed irripetibili nella loro fugacità.
L’autunno, in particolare,
porta con sé colori e suggestioni visibili nel mutare incessante della natura che
segue un percorso ben preciso da nord a sud e che i giapponesi monitorano da
sempre, così come fanno con i ciliegi in primavera.
Con le sue mille sfumature
di giallo, oro, rosso e arancio, l’autunno è uno dei periodi migliori per
visitare il Giappone. Esistono degli itinerari ben precisi e dei luoghi in cui
è possibile ammirare l’acme di questo spettacolare declino della natura mentre
si avvia verso il gelido inverno.
Tra le tappe irrinunciabili
c’è sicuramente il Momijidani Park (红叶谷公园),
situato ai piedi del monte Misen, lungo il fiume Momijidani, dietro al Santuario
di Itsukushima a Miyajima. Qui, da fine settembre a fine novembre, si possono
ammirare più di 200 aceri che cambiano progressivamente colore fino a fondersi
completamente con dei tramonti mozzafiato. Caratteristica di questo luogo è
anche la produzione di deliziosi dolcetti, chiamati appunto momiji, che hanno
la forma di una foglia d’acero e sono disponibili tutto l’anno.
Un’altra tappa fondamentale
è il Monte Asahidake, situato nel Parco Nazionale Daisetsuzan. Si tratta della
montagna più alta del parco (2.290 m.) che, intorno alla metà di settembre, attira
un folto numero di escursionisti intenzionati a godersi il primo accenno di autunno
del Giappone. Qui è possibile ammirare una grande varietà di fiori autunnali (miyama-genziana,
miyama-goldenrod, chinguruma).
Da non perdere è anche il
meraviglioso tempio Jingo-ji a Kyoto, conosciuto anche come il tempio dove il sacerdote
Kukai (774-835) visse e lavorò per 14 anni dopo essere rientrato in Giappone dalla
Cina. Salendo una serie di ripidissimi gradini di pietra, si trova uno dei più incantevoli
spettacoli autunnali dell’intero Giappone: chiamato "Kin'unkei," si
tratta di un panorama completo sulla valle del fiume Kiyotaki-gawa, completamente
immersa nel rosso delle foglie d’autunno.
Altri luoghi
particolarmente affascinanti in questo periodo dell’anno, sono i parchi nella
regione di Hokkaido come lo Shiretoko e l’Onuma; l’intera città di Tokyo, in
cui l’autunno si fonde perfettamente con la modernità imperante; i dintorni di
Nikko e Kamakura; il bellissimo Lago Kawaguchiko, situato alla quinta stazione del
Monte Fuji.
Se siete attenti
osservatori delle mode, in particolare di quelle legate al mondo giapponese,
non potete prescindere dalla conoscenza di una blogger, giornalista,
conduttrice televisiva e scrittrice che sta letteralmente facendo impazzire l’Oriente.
Si tratta di La Carmina,
una canadese proveniente da Hong-Kong che riassume in un’unica persona tutte le
nuove tendenze e le sottoculture di Tokyo e di una miriade di altri luoghi in
Giappone.
La
Carmina è una signora affascinante e sofisticata, che fonde stili ed ambienti
diversi che vanno dal gothic lolita al cosplay al harajuku.
E’ autrice di tre libri
distribuiti da Penguin Usa e Random House e le sue pubblicazioni sono state
descritte in alcune delle riviste più prestigiose come Cosmopolitan, The New
Yorker, Washington Post, WWD, Vogue Italia e LA Times.
Hanno parlato di lei la TV
Giapponese NHK, il National Geographic e perfino la CNN International. La Carmina è anche una giornalista
di viaggi e cultura pop ed è diventata, in poco tempo, una delle 40 top blogger
del mondo.
La sua popolarità è dovuta
al suo spirito eclettico e sempre al passo con le mode. La sua scrittura è
fluida e leggibile e, soprattutto, costituisce un punto di riferimento per
tutti quei giovani giapponesi che cercano un’identità alternativa.
Il modo migliore per
conoscere La Carmina è immergersi nell’enorme quantità di recensioni,
documentari e pubblicazioni nate per descrivere questo innovativo fenomeno
culturale.
Per
questo motivo vi segnalo alcuni link interessanti, oltre al suo blog ufficiale
che potrete trovare all’indirizzo: http://www.lacarmina.com/blog
Pekoppa (ペコッぱ) è il nome dell’ennesima
invenzione geniale che da alcuni anni spopola in Giappone ed è diventata per
molti una compagna insostituibile.
Si tratta di una pianta in grado di
riconoscere la voce del proprietario e di interagire con lui. Al suono della voce, infatti, Pekoppa
allunga le sue foglie e i suoi rami come se stesse realmente rispondendo alle
parole del suo interlocutore.
Pekoppaè stata ideata dalla
società giapponeseSegaToysCo. Ltd. e, fin dal suo lancio, ha registrato vendite da
record. SecondoMinakoSakanoue,
portavoce diSega Toys, il giocattolo favorirebbe l’interazione psicologica e lo
scambio a qualsiasi età, sostituendo familiari, amici e anche colleghi di
lavoro poco propensi al dialogo.
Pekoppa è disponibile anche in versione fiorita con il
nome di Hanappa alla modica cifra di 2,310 Yen (circa $23.50).
Per tutti coloro che vogliono approfondire la vita e il mondo delle geisha, segnalo un documentario dal titolo "Real Geisha Real Women" a cura diPeterMacIntosh.
Il Kojiki (古事記,
letteralmente "cronaca di antichi eventi") è la più antica
testimonianza letteraria del Giappone insieme al Nihon Shoki e all’Heike
Monogatari.
Esso si compone di tre maki 巻(rotoli di seta
o di carta), scritti in
caratteri cinesi; la tecnica per leggere
il Kojiki fu recuperata nel periodo Edo dal filologo e studioso Motoori
Norinaga, che dedicò al libro anche un commentario: il Kojiki-den.
Il
Kojiki fu redatto dal nobile Ō-No-Yasumaro (太安万侶) nel 712 e commissionato dall'imperatoreTenmu (天武) per celebrare l’antico mito del Giappone affinchè la sua
storia si perpetuasse nei secoli. L’opera fu infine presentata alla corte
dell'imperatrice Genmei.
In
realtà, si tratta di una rielaborazione della tradizione mitologica del
Giappone finalizzata a giustificare la discendenza divina dell’imperatore e
legittimare la preminenza politica del clan Yamato (大和) sugli
altri, in particolare su quello di Izumo (出雲).
Ō-No-Yasumaro,
nella sua prefazione, riferisce di aver attinto il materiale da due principali
fonti: i Teiki 帝纪
(registri imperiali) e i Kuji 旧辞 (miti antichi). Molto probabilmente, il
riferimento agli antichi registri imperiali serviva all’autore per dare
fondamento storico alla narrazione. La seconda fonte, ossia i Kuji, oltre a
dare ampio respiro e leggibilità alla narrazione, ha un’importanza fondamentale
perché stabilisce il carattere “non umano” dell’elezione imperiale e dunque la
sua giustificazione e legittimazione su tutti gli altri clan. Il clan Yamato,
infatti, sarebbe discendente dalla dea Amaterasu, generata a sua volta da cielo
e terra (Kami Izanagi e Izanami), quando il mondo non era ancora stato creato.
Il
testo, oltre ad essere storicamente interessante, introduce il lettore alla
mitologia giapponese, che avrà un notevole sviluppo nel corso dei secoli.
Inoltre, il Kojiki, rappresenta il primo testo in cui sono elencati i principi
dello shintoismo, filosofia che è alla base della cultura giapponese.
Per
chi fosse interessato alla lettura di questo testo: Paolo Villani (a
cura di), Kojiki: un racconto di antichi eventi, Marsilio, 2006
IkukoKawai(川井郁子), originaria di
Takamatsu, è una bravissima violinista giapponese di
fama internazionale ma poco conosciuta in Italia. Tra le sue partecipazioni più importanti ricordiamo quella con l’Orchestra
Filarmonica diVarsavia,e il
concerto alla Carnegie Zankel Hall di New York del 4
ottobre2008. Oltre ad incidere numerosi dischi, Ikuko Kawai si è esibita con
artisti di spicco del panorama pop tra cuiSheilaE.e ilGypsy
Kings.
Questa bravissima artista vanta, inoltre, un’apparizione
come attrice inuna nota serie televisivagiapponese.
Attuamente lavora presso l’Università di Belle Arti di Osaka che le ha concesso
l’utilizzo di uno meraviglioso violino Stradivari del 1715.
Per apprezzare al meglio la sua arte
vi consiglio il sito ufficiale e la pagina di facebook, dove è
possibile ascoltare alcuni dei suoi pezzi più famosi.
“La poesia giapponese, avendo come seme
il cuore umano, si realizza in migliaia di foglie di parole. La gente in questo
mondo, poiché vive fra molti avvenimenti e azioni, esprime ciò che sta nel
cuore affidandolo alle cose che vede o sente. Si ascolti la voce dell’usignolo
che canta tra i fiori o della rana che dimora nell’acqua: chi, tra tutti gli
esseri viventi, non compone poesie? La poesia, senza ricorrere alla forza,
muove il cielo e la terra, commuove perfino gli invisibili spiriti e divinità,
armonizza anche il rapporto tra l’uomo e la donna, pacifica pure l’anima del
guerriero feroce”
Questa è la
traduzione della prefazione giapponese (Kanajo) di Ki no Tsurayuki al Kokin
Waka shū 古今和歌集 (edito in Italia a cura di Ikuko Sagiyama). Ritengo che sia
una descrizione perfetta non solo della poesia giapponese, ma degli effetti
benefici della poesia sul cuore degli uomini. Consiglio vivamente a tutti di
acquistare questo capolavoro di equilibrio e perfezione formale. Il testo è
corredato di note esplicative e presenta il testo originale a fronte.
Hyakumonogatari
Kaidankai (百物語怪談会, Cento
Racconti di Spiriti)
è il nome di un gioco molto diffuso in Giappone nel periodo Edo. Esso
consisteva nel riunirsi di notte in una stanza illuminata da 100 candele, per
raccontarsi a turno dei kaidan (brevi storie di fantasmi), generalmente si
trattava di storie tradizionali del luogo o di esperienze presumibilmente dirette.
Dopo ogni racconto, il narratore spegneva una candela per evocare gli spiriti
della morte; il gioco si concludeva solo quando l’ultima delle 100 candele era
spenta.
La
prima testimonianza dell’origine di questo gioco, si trova nel Kaidan-shu
Tonoigusa (1660), conosciuto anche come Otogi Monogatari. Tonoigusa racconta la
storia di alcuni samurai che, come prova di coraggio, solevano raccogliersi in
gruppo e raccontarsi queste storie tenebrose.
Tuttavia, il primo testo ad
utilizzare il termine “hyakumonogatari” è del 1677; si tratta del Hyakumonogatari
Shokoku, (100 Racconti di vari paesi) in cui ogni storia di yūrei e yōkai è presentata
come realmente accaduta. Dopo
l’Hyakumonogatari Shokoku furono pubblicati numerosissimi testi che avevano
come filo conduttore proprio questo tipo di racconti: ricordiamo lo Shin Shokoku
Hyakumonogatari (Nuovi 100 racconti di vari paesi), l’Hyakumonogatari Osogi
(100 Storie di Osogi), l’Hyakumonogatari Taihei (100 Racconti di Pace), il
Hyakumonogatari Bansei (100 Storie di
Eternità).
Come abbiamo visto l’Hyakumonogatari divenne ben presto popolarissimo, tanto
da diventare un vero e proprio genere letterario che ebbe ulteriore spinta
propulsiva grazie all’avvento delle nuove tecniche di stampa. Da qui nacque lo Yūrei-e,
un genere che univa il racconto di fantasmi a meravigliose illustrazioni
(ricordiamo gli splendidi disegni e dipinti di Hokusai). Ancora oggi, l’horror
giapponese non può prescindere da questo curioso e originale genere letterario
che ha fornito spunti anche per la creazione di manga e serie televisive.
Il Nishiki Market (錦市場 Nishiki Ichiba) è una delle tappe
obbligate per chiunque visiti Kyoto. Si tratta di un mercato in cui è possibile
trovare ogni tipo di cibo tradizionale giapponese. L’atmosfera è quella tipica
dei mercati, con venditori che pubblicizzano i loro prodotti o che fanno
assaggiare le proprie delizie. Esso si trova a nord di Shijō-dōri (四条通,),
si estende per circa 400 metri e conta più di 100 stand. Consiglio vivamente di
inserire questa meta nel proprio piano di viaggio. La cordialità dei giapponesi
e i profumi di quella terra rapiranno per qualche ora i vostri occhi e il
vostro olfatto. Inoltre, è possibile gustare vari “cibi da strada” a prezzi
veramente stracciati.
Oku No In ((奥の院), è uno dei luoghi sacri del Giappone, meta
di pellegrinaggi da parte dei fedeli buddisti o semplicemente di turisti che
vogliono godersi un incredibile spettacolo creato dalle lanterne, che donano un’atmosfera
spettrale ma molto affascinante.
Oku No in è sede
del mausoleo di di Kobo Daishi, noto anche come Kukai, fondatore del Buddismo Shingon ed
uno dei personaggi più venerati in Giappone. Si pensa infatti che Kobo Daishi
non sia morto ma riposi in attesa del Miroku Nyorai (Maihreya), il Buddha del
futuro, e offra sollievo a coloro che pregano per lui.
Per accedere a questo cimitero, occorre attraversare il ponte Il Ponte
Ichinohashi (primo ponte), da qui comincia la lunga fila di lapidi (oltre 200.000)
e cedri che anticipano l’ingresso al mausoleo. Ogni buddista, degno di nota, aspira
ad avere un posto accanto a Kobo Dashi; questo dovrebbe garantirgli una
posizione privilegiata quando verrà la fine del mondo.
Oku No In è situato a sud di Osaka ed è segnalato da numerose guide
proprio per la sua atmosfera surreale e incantevole. Vi consiglio di armarvi di
coraggio e di visitare questo splendido posto di notte, per godere fino in
fondo dello spettacolo delle lanterne miste ad una natura tipicamente
giapponese.
Il Giappone contemporaneo offre spunti e suggestioni
artistiche tutte da scoprire. Oggi voglio parlavi di un artista, i cui dipinti
sembrano usciti da un mondo di fiabe e di visioni oniriche.
Si tratta di KazukiTakamatsu 高松 和樹 un “genio” capace di mescolare stili e tecniche tradizionali
per creare qualcosa di impalpabile e di surreale.
Egli
utilizza la tecnica del gouache (che prevede l’utilizzo di un colore a tempera con
l’aggiunta di un pigmento bianco che dona profondità e volume). I suoi dipinti
sembrano creati al computer ed hanno una notevole resa tridimensionale nonostante
l’utilizzo di un unico colore. Vi lascio il link al suo sito ufficiale dove
potrete ammirare questi capolavori di arte contemporanea:
Il Konaki Sumo
(sumo del pianto) è una strana manifestazione che si organizza in alcuni templi
giapponesi da oltre 400 anni.
Essa consiste nell’incontro di due
lottatori diSumo,
ciascuno con in braccio unbambino,
che si scontrano a colpi di lacrime. I due lottatori si pongono l’uno di fronte
all’altro e attendono pazienti che il proprio bambino cominci a piangere. Il
vincitore sarà colui che piangerà per primo o, nel caso di “pianto contemporaneo,
il bambino che griderà più forte.
Tutto ciò avviene di fronte ad un sacerdote che ha il
compito di giudicare l’intensità del pianto. Il bambino che piangerà per primo
o in modo più intenso, guadagnerà la protezione degli dei e godrà di grande
salute.Non a caso un proverbio
giapponese recita così: "Naku kowasodatsu"
ossia “I bambini che piangono crescono più velocemente”.
Qualora vi venisse voglia di
assistere a questo spettacolo, esso si può ammirare in aprilenel tempioSensojidi Tokyo.
Le Harajuku girls prendono il loro nome dall’omonimo
quartiere di Tokyo, da sempre fucina di mode e nuove tendenze.
Si tratta di ragazze, spesso adolescenti, che esibiscono
look particolarmente eccentrici mescolando abiti tradizionali, capi
ultramoderni e di gran moda, elementi gothic-punk e perfino le classiche divise
scolastiche.
L’indumento caratteristico delle harajuku sono le calze al
ginocchio, una sorta di occidentali autoreggenti che spesso hanno trame e
disegni manga mescolati a merletti o a motivi artistici.
L’ultima moda di queste stravaganti adolescenti è il
kegadoru, ossia l’atto di bendare varie parti del corpo per aumentare il
desiderio sessuale. Pare che un corpo bendato, che celi possibilmente delle
ferite, attiri gli sguardi degli uomini orientali notoriamente feticisti.
Le
bende posso essere di diversi colori: il bianco indica verginità e castità; il
nero è sintomo di una sessualità aperta e senza freni con spunti
sado-masochisti; il rosso rappresenta il desiderio di fuga dalla realtà.
Il 15 novembre in Giappone si festeggia il Shichi-Go-San (七五三 letteralmente “sette-cinque-tre).
Si tratta di un “rito di passaggio” durante il quale i genitori conducono i
propri figli di sette, cinque e tre anni ai templi per segnare i momenti più
importanti della loro crescita.
In Giappone, infatti, queste tre età rappresentano momenti
particolarmente importanti nella vita di un bambino: a sette anni le ragazze
cominciano ad indossare l’obi (帯, おび);
a cinque anni i bambini indossano l’hakama (袴)e
a tre anni sia maschi che femmine hanno il permesso di farsi crescere i capelli.
Dopo la visita ai santuari, i genitori comprano ai loro figli i chitose-ame (千歳饴: caramella dei "mille
anni"); sono caramelle di forma allungata, imbustate in carta con illustrazioni
di gru e tartarughe, animali che tradizionalmente simboleggiano la longevità.
Questo festival ebbe inizio nel periodo Heian (794-1185) ma era
riservato esclusivamente ai nobili e non aveva una data precisa in quanto si
trattava di una festa privata.
Successivamente fu fissato al quindici novembre quando lo Shogun
Tsunayoshi Tokugawa decise di celebrare, proprio in quel giorno,la crescita di suo figlio Tokumatsu.
Nel periodo Edo (1603-1868), questa pratica si diffuse anche alla gente comune,
che cominciò a recarsi in visita ai santuari per affidare ai monaci la buona
crescita dei propri figli. Il Shichi-Go-san nella forma in cui si celebra oggi, si è avuto in epoca Meiji (1868-1912) quando
avvenne la ben nota e traumatica modernizzazione del paese.
Per questa celebrazione, è stato scelto il 15 Novembre perché considerato
uno dei giorni più propizi dell'anno.
La Toronagashi(灯籠流し) è una cerimoniagiapponesein cui i partecipantilasciano lungo un fiume dellelanterne di
carta(chochin) che dovrebbero guidare gli spiritidei defunti nell’al di là.
La cerimonia si svolge nel corso del Festival Obon(お盆),
durante il qualei giapponesi tornanoai luoghid’origine per visitaree pulirele tombedei propri
antenati. Il Festival diObondura tre giorni, ma la suadata d'iniziovaria all'interno didiverse regionidel Giappone.
Quando, all'iniziodell'eraMeiji, il calendariolunareè stato sostituito conilcalendario gregoriano, le varie regioni del Giapponehanno differenziato questo festival in tre momenti diversi: il
primo è lo "Shichigatsu Bon"
(Bon nel mese di luglio), basato sul
calendariosolare, viene celebratointorno al 15luglio nelGiappone orientale(regione di Kanto come Tokyo, Yokohamae
la regione delTohoku); il secondo è l’ "Hachigatsu Bon"
(Bon in agosto), che si celebraintorno al 15 diagosto in moltissime
regioni del paese; infine il"Kyu Bon"(vecchioBon),si celebra il15 ° giornodel settimo mesedel calendario lunare
(dunque ha una data mobile), essosi
celebranella parte settentrionale dellaregione di Kanto, regioneChugoku, Shikoku, e nelle
isoleRyukyu.
Qui di seguito un video di questa suggestiva cerimonia:
Yoshiro Nakamatsu (中松义郎)
meglio conosciuto come Dr. NakaMats (ドクター中松 Dokutā Nakamatsu), è uno scienziato
giapponese che, attualmente, detiene il record mondiale di invenzioni (circa
3000 brevetti).
Secondo quanto riferisce il Dr. NakaMats,
alla base delle sue invenzioni ci sarebbe un vero e proprio processo creativo,
frutto della sua volontà. Questo “processo” partirebbe dall’ascolto di musica intervallato
da successive e prolungate immersioni in acqua che favorirebbero la mancanza di
ossigeno e dunque, avrebbero il potere, a “0,5 secondi dalla morte” di
illuminare la zona creativa del cervello. Egli sostiene, inoltre, di avere in
casa un’enorme toilette in oro e un ascensore che lo aiuterebbero a pensare
meglio. L’obiettivo principale di questo scienziato pazzo è di vivere almeno
144 anni e brevettare infinite invenzioni.
Tra le sue creazioni più note ci
sono: la poltrona “Cerebrex”, che aiuterebbe le funzioni cerebrali grazie ad un
raffreddamento della testa e ad un riscaldamento dei piedi; un cd per
migliorare le prestazioni sessuali; le scarpe “PyonPyon”, dotate di molle, che
consentirebbero di saltare e diminuire il tempo per raggiungere una meta; una
sigaretta con un dispositivo che migliorerebbe l’ attività cerebrale e il più
recente “Love Jet”: uno spray ad uso femminile che una volta spruzzato, per
effetto del dehydroepiandrosterone, farebbe cadere gli uomini ai propri piedi.
Il Dr. Nakamatsu è apparso in diversi
show televisivi americani, tra cui “Late Night with David Letterman”. Nel 2005
gli è stato assegnato il premio Ig Nobel (una parodia del premio Nobel), per
aver fotografato per 34 anni tutti i suoi pasti. Inoltre, nel 2007 e nel 2011, si
è perfino candidato alle elezioni come governatore di Tokyo.
Lo shibari (縛り shibari), o kinbaku (緊縛
kinbaku), è di recente venuto alla ribalta a causa di un triste evento di
cronaca nera. Al di là delle considerazioni moralistiche, lo shibari è una
forma d’arte che fa dello l'hojōjutsu, ovvero l'atto di legare una persona, il
suo principale manifesto.
Si tratta di una forma d’arte molto antica, risalente al
1400 quando veniva utilizzata come tecnica di prigionia dalla polizia e dai
samurai. Il tipo di legatura e il colore della corda variava a seconda della
stagione, ma certamente una legatura ben fatta contribuiva alla fama del
samurai che l’aveva effettuata.
Fu all’inizio del 1800 che lo shibari divenne kinbaku e
assunse quella valenza erotica che tutti conosciamo.
I materiali utilizzati per le legature possono essere canapa e bambù: la canapa viene
sottoposta ad un lunghissimo processo di lavaggio ed asciugatura, per poi
essere frizionata con olio di visone che la rende morbida e adatta all’uso; il
bambù, invece, si utilizza per legare parti del corpo meno sensibili in quanto
risulta più duro ma certamente molto flessibile.
Lo shibari, inteso come kinbaku, rientra nel gioco potere-sottomissione;
ma il suo fascino può essere colto nella sua affinità con le altre arti
giapponesi come l’ikebana, il sumi-e o lo shodo. Un corpo legato con la tecnica
dello shibari è una sorta di scultura in movimento, che prende vita lentamente
e raggiunge il suo culmine a lavoro terminato.
Molti artisti contemporanei si sono ispirati a questa
conturbante forma d’arte, tra i più noti vi è sicuramente Nobuyoshi Araki (http://www.arakinobuyoshi.com/main.html)
che di recente ho avuto modo di apprezzare in una mostra a Roma. Le sue
fotografie esprimono il senso profondamente estetico di quest’arte e,
nonostante i numerosi soggetti nudi, non risultano mai volgari ma portano con sé
l’ineffabilità tipica dello spirito giapponese.