Il Santuario di Ise (伊勢神宮 Ise-jingū), situato nella città di
Ise a sud dell’Honshu, è il più importante santuario scintoista del Giappone e
costituisce una delle più grandi attrazioni turistiche del paese.
La sua storia è ricca di fascino e mistero. Si racconta che esso
sia sorto all'interno del "Sacro Bosco di Ise Jingu," un fitto bosco
di cipressi giapponesi (hinoki) che copre 5500 ettari. In tempi remoti questi cipressi
erano considerati sacri ed adorati come divinità. Successivamente, uno di
questi alberi “speciali” fu tagliato e intorno al suo tronco fu edificato il
santuario.
In realtà il Santuario è costituito da più di un centinaio di templi
autonomi, ognuno dei quali circondato da decine di ettari di foresta. All’interno
dell’area sacra è possibile individuare due zone principali: Gekū (外宮?)
o "Santuario esterno", collocato nella città di Yamada e dedicato alla
divinità Toyouke no Omikami, dea del cibo, dell’agricoltura, dell’abbigliamento,
e del riparo; e Naikū (内宮?)
o "Santuario interno", situato nella città di Uji e dedicato alla dea
Amaterasu Omikami, dea del sole e divinità suprema, considerata l'antenata
della famiglia imperiale.
Presso il Santuario risiede la sacerdotessa suprema: la Saishu,
considerata più sacra del sommo sacerdote scintoista (Dai-Guji). Il ruolo di
sacerdotessa, rigorosamente casta e nubile, è ancora oggi ricoperto da un membro femminile
della famiglia imperiale. Ella ha il compito di officiare le cerimonie
religiose più importanti e funge da intermediaria tra gli dei e i fedeli.
Strettamente collegata alla storia del Santuario è una delle opere più antiche della letteratura giapponese: l’Ise monogatari (伊勢物語), composto tra il IX e il X secolo ad opera di autore anonimo. Si tratta del racconto della vita di Ariwara no Narihira, un libertino che non esita ad escogitare qualsiasi espediente pur di trascorrere un'infuocata notte d'amore. Una delle sue avventure ha come protagonista proprio la Sacerdotessa di Ise, che avrebbe dovuto conservare la sua castità a costo della vita.
Vi lascio l'incipit di questa bellissima opera letteraria di cui consiglio vivamente la lettura.
むかし、おとこ、うゐかうぶりして、ならの京、かすがのさとに、しるよしゝて、かりにいにけり。
そのさとに、いとなまめいたるをむなはらからすみけり。このおとこかいまみてけり。
おもほえずふるさとにいとはしたなくてありければ、心地まどひにけり。
おとこのきたりけるかりぎぬのすそをきりて、うたをかきてやる。
そのおとこ、しのぶずりのかりぎぬをなむきたりける。
かすがのゝわかむらさきのすり衣しのぶのみだれかぎりしられず
となむをいづきていひやりける。ついでおもしろきことゝもやおもひけむ。
“Una volta, un certo uomo, vestiti i panni della
maggiore età, avendo diversi possedimenti nel villaggio di Kasuga, presso
l’antica capitale Nara, vi si recò a caccia. In quel villaggio vivevano due sorelle, figlie della
stessa madre, paricolarmente giovani ed affascinanti. Quell’uomo le vide di
sfuggita.Poichè nel suo paese natale era estremamente inusuale (che vi fossero
donne così belle), ne rimase colpito. Quell’uomo tagliò un orlo della veste da caccia che
stava indossando, e vi scrisse un’intera poesia. Stava indossando niente meno che una veste da caccia
di stoffa di Shinobu! Come fosse già un uomo maturo, scrisse così: “Oh, veste tinta del tenue Murasaki dei campi di
Kasuga! La trama intricata di Shinobu non conosce limiti!” Certamente, si sarà subito ritenuta cosa degna di
nota.”