Il Man'yōshū
(万葉集, Man'yōshū - Raccolta di diecimila foglie) è la più antica
antologia poetica della letteratura giapponese, risalente al periodo di Nara
(seconda metà dell’VIII secolo).
Compilata da circa 500 autori (tra cui
molte donne), la raccolta consta di 4200
tanka, 260 chōka (長歌) e 60 sedōka (旋頭歌), suddivisi in 20 libri. I componimenti sono generalmente classificati
in tre categorie: zōka (miscellanee che trattano di cerimonie, viaggi,
banchetti e leggende), sōmonka (poesie d'amore), e banka (elegie). Fra i poeti
più significativi annoveriamo Yamanoue Okura, Kakinomoto Hitomaro (autore di ben 476 componimenti) e Otomo Yakamochi, indicato come il principale
compilatore.
La fortuna critica di questa antologia è
da ricercare nella varietà degli argomenti trattati, tutti cari alla tradizione
poetica, che rispecchiano fino in fondo la complessa sensibilità scintoista del
popolo giapponese senza assumere un carattere strettamente filosofico.
Nella raccolta non mancano spunti
confuciani e taoisti che affondano le radici nella tradizione cinese, evidente
anche nell’uso del man'yōgana (万葉仮名): un sistema di scrittura che utilizza caratteri
cinesi per rappresentare la lingua giapponese. Mancano del tutto, invece, i
temi politici; questo contribuisce a rendere il Man'yōshū una fonte inesauribile di spunti e suggestioni poetiche utili
in ogni occasione. E’ possibile leggere l’intera raccolta in lingua originale a
questo indirizzo: http://etext.virginia.edu/japanese/manyoshu/AnoMany.html.
Purtroppo, al momento, non esiste una
traduzione in lingua italiana; tuttavia, navigando nel web sono riuscita a reperire un
piccolo assaggio di questo straordinario capolavoro
akane
sasu
murasakino
yukishimeno yuki
nomori wa mizu ya
kimi ga sode furu
(Principessa Nukata, Man'yōshū, I, 20)
[vaghi per la piana di robbia fiammeggiante, vaghi per il recinto imperiale: il guardiano ti può vedere mentre sventoli la tua lunga manica]
Ise
no umi no
isomo
todoro niyosuru nami
kashikoki hito ni
koi wataru ka mo
(Kasa no Iratsume, Man'yōshū, IV, 600)
[nel
mare di Ise le onde s'infrangono sulla scogliera, così m'incute timore colui
che amo]
sakashimi
to
mono
iu yori wasake nomite
ainaki suru shi
masaritaru rashi
(Ōtomo no Tabito, Man'yōshū, III, 341)
[piuttosto
che dire cose sagge, è meglio bere sake e spargere lacrime d'ebbrezza]
uraura
ni
tereru
harubi nihibari agari
kokoro kanashi mo
hitori shi omoeba
(Ōtomo no Yakamochi, Man'yōshū, XIX, 4292)
[nel
tranquillo e sereno sole di primavera si leva alta l'allodola, sono triste e
solitario]
Nessun commento:
Posta un commento