La Shimabara no ō mon indicava,
un tempo, l’ingresso in quell’affascinante mondo fluttuante che ha ispirato
scrittori e musicisti di ogni tempo. Si tratta della porta che conduceva nel
quartiere del piacere di Kyoto, dove
ogni cosa era concessa e dove le rigide regole della società giapponese potevano
essere radicalmente stravolte.
La porta, costituita da un’elegante
facciata a graticci, fu costruita nel 1641 ed è ancora oggi visibile nella sua
integrità. I graticci offrivano al visitatore la possibilità di sbirciare quel
mondo misterioso ed edonistico e di vagheggiare ore di fuga dalla monotona quotidianità.
Non molto lontano dalla porta di Shimabara c’è la Sumiya Ageya, ultima casa di
piacere del periodo Edo. Sia la Shimabara che l’ageya sono stati dichiarati
Beni Culturali Nazionali.