venerdì 13 gennaio 2012

La Raccolta di diecimila foglie: il Man'yōshū (万葉集)



Il Man'yōshū (万葉集, Man'yōshū - Raccolta di diecimila foglie) è la più antica antologia poetica della letteratura giapponese, risalente al periodo di Nara (seconda metà dell’VIII secolo).
Compilata da circa 500 autori (tra cui molte donne),  la raccolta consta di 4200 tanka, 260 chōka (長歌) e 60 sedōka (旋頭歌), suddivisi in 20 libri. I componimenti sono generalmente classificati in tre categorie: zōka (miscellanee che trattano di cerimonie, viaggi, banchetti e leggende), sōmonka (poesie d'amore), e banka (elegie). Fra i poeti più significativi annoveriamo Yamanoue Okura,  Kakinomoto Hitomaro  (autore di ben 476 componimenti) e Otomo Yakamochi, indicato come il principale compilatore.
La fortuna critica di questa antologia è da ricercare nella varietà degli argomenti trattati, tutti cari alla tradizione poetica, che rispecchiano fino in fondo la complessa sensibilità scintoista del popolo giapponese senza assumere un carattere strettamente filosofico.
Nella raccolta non mancano spunti confuciani e taoisti che affondano le radici nella tradizione cinese, evidente anche nell’uso del man'yōgana (万葉仮名): un sistema di scrittura che utilizza caratteri cinesi per rappresentare la lingua giapponese. Mancano del tutto, invece, i temi politici; questo contribuisce a rendere il Man'yōshū una fonte inesauribile di spunti e suggestioni poetiche utili in ogni occasione. E’ possibile leggere l’intera raccolta in lingua originale a questo indirizzo: http://etext.virginia.edu/japanese/manyoshu/AnoMany.html.
Purtroppo, al momento, non esiste una traduzione in lingua italiana; tuttavia,  navigando nel web sono riuscita a reperire un piccolo assaggio di questo straordinario capolavoro


akane sasu
murasakino yuki
shimeno yuki
nomori wa mizu ya
kimi ga sode furu

(Principessa Nukata, Man'yōshū, I, 20)

[vaghi per la piana di robbia fiammeggiante, vaghi per il recinto imperiale: il guardiano ti può vedere mentre sventoli la tua lunga manica]


 
Ise no umi no
isomo todoro ni
yosuru nami
kashikoki hito ni
koi wataru ka mo

(Kasa no Iratsume, Man'yōshū, IV, 600)

[nel mare di Ise le onde s'infrangono sulla scogliera, così m'incute timore colui che amo]


sakashimi to
mono iu yori wa
sake nomite
ainaki suru shi
masaritaru rashi

(Ōtomo no Tabito, Man'yōshū, III, 341)

[piuttosto che dire cose sagge, è meglio bere sake e spargere lacrime d'ebbrezza]


uraura ni
tereru harubi ni
hibari agari
kokoro kanashi mo
hitori shi omoeba

(Ōtomo no Yakamochi, Man'yōshū, XIX, 4292)

[nel tranquillo e sereno sole di primavera si leva alta l'allodola, sono triste e solitario]










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