martedì 29 novembre 2011

Un artista innovativo: Isaku Kageyama




Isaku Kageyama è un suonatore di taiko (太鼓), i tradizionali tamburi giapponesi, che ha il merito di aver fuso il suono di uno strumento antichissimo alle nuove tendenze musicali del mondo occidentale.
Le sue performance, infatti, mescolano il suono ritmico e ripetitivo del taiko a suoni elettronici, rock, jazz, latini e africani. Il risultato è straordinariamente interessante ed affascinante.
 Isaku ha collaborato con grandi artisti del jazz quali Toshinori Kondo, Terumasa Hino e Kazutoki Umezu. Ma può vantare collaborazioni anche con numerosi artisti di musica etnica come i NATA, i Winchester e Nii Tete (percussioni africane).
Ha inoltre lavorato con lo stilista Kansai Yamamoto e con Takashi Yanase, famoso fumettista e creatore di manga.
Isaku è apparso in vari spot televisivi per marchi quali Toyota, Boeing, Giappone Postal Service, Aioi Sonpo e Shin Nihon Tatemono.
 Vale la pena dare uno sguardo al suo sito ufficiale (dove è possibile ascoltare alcuni dei suoi pezzi) e al suo profilo di twitter.
Lasciatevi travolgere dal ritmo ipnotizzante della sua musica, sperando che nei suoi progetti futuri ci sia spazio anche per l’Italia!

http://www.isakukageyama.com (sito ufficiale)




The Japanese Tradition (per riderci su)


Questo breve video è stato scritto e diretto nel 2001 dai due comici Kentaro Kobayashi e Junji Kojima e prodotto dal Laboratorio Cultura giapponese.

L’intento è quello di spiegare in chiave umoristica alcuni aspetti della cultura giapponese, spesso misteriosi per noi occidentali.

Il video è stato presentato in diversi festival internazionali tra cui il 57 Festival Internazionale di Berlino del 2007, dove ha ricevuto anche un premio come migliore cortometraggio.


venerdì 25 novembre 2011

Itinerari d'Autunno 秋




Vedo la luce

della luna che stilla

tra gli alberi:

ah, ecco l’autunno,

a logorare l’anima di tristezza

(Anonimo)


In Giappone ogni stagione rappresenta un tripudio di colori e di emozioni che sono state, nel corso della storia, immortalate in opere letterarie o nelle arti figurative come momenti unici ed irripetibili nella loro fugacità.
L’autunno, in particolare, porta con sé colori e suggestioni visibili nel mutare incessante della natura che segue un percorso ben preciso da nord a sud e che i giapponesi monitorano da sempre, così come fanno con i ciliegi in primavera.
Con le sue mille sfumature di giallo, oro, rosso e arancio, l’autunno è uno dei periodi migliori per visitare il Giappone. Esistono degli itinerari ben precisi e dei luoghi in cui è possibile ammirare l’acme di questo spettacolare declino della natura mentre si avvia verso il gelido inverno.

Tra le tappe irrinunciabili c’è sicuramente il Momijidani Park (红叶 公园), situato ai piedi del monte Misen, lungo il fiume Momijidani, dietro al Santuario di Itsukushima a Miyajima. Qui, da fine settembre a fine novembre, si possono ammirare più di 200 aceri che cambiano progressivamente colore fino a fondersi completamente con dei tramonti mozzafiato. Caratteristica di questo luogo è anche la produzione di deliziosi dolcetti, chiamati appunto momiji, che hanno la forma di una foglia d’acero e sono disponibili tutto l’anno.
Un’altra tappa fondamentale è il Monte Asahidake, situato nel Parco Nazionale Daisetsuzan. Si tratta della montagna più alta del parco (2.290 m.) che, intorno alla metà di settembre, attira un folto numero di escursionisti intenzionati a godersi il primo accenno di autunno del Giappone. Qui è possibile ammirare una grande varietà di fiori autunnali (miyama-genziana, miyama-goldenrod, chinguruma).
Da non perdere è anche il meraviglioso tempio Jingo-ji a Kyoto, conosciuto anche come il tempio dove il sacerdote Kukai (774-835) visse e lavorò per 14 anni dopo essere rientrato in Giappone dalla Cina. Salendo una serie di ripidissimi gradini di pietra, si trova uno dei più incantevoli spettacoli autunnali dell’intero Giappone: chiamato "Kin'unkei," si tratta di un panorama completo sulla valle del fiume Kiyotaki-gawa, completamente immersa nel rosso delle foglie d’autunno.
Altri luoghi particolarmente affascinanti in questo periodo dell’anno, sono i parchi nella regione di Hokkaido come lo Shiretoko e l’Onuma; l’intera città di Tokyo, in cui l’autunno si fonde perfettamente con la modernità imperante; i dintorni di Nikko e Kamakura; il bellissimo Lago Kawaguchiko, situato alla quinta stazione del Monte Fuji.








mercoledì 23 novembre 2011

A proposito di nuove tendenze...La Carmina




Se siete attenti osservatori delle mode, in particolare di quelle legate al mondo giapponese, non potete prescindere dalla conoscenza di una blogger, giornalista, conduttrice televisiva e scrittrice che sta letteralmente facendo impazzire l’Oriente.
Si tratta di La Carmina, una canadese proveniente da Hong-Kong che riassume in un’unica persona tutte le nuove tendenze e le sottoculture di Tokyo e di una miriade di altri luoghi in Giappone.

La Carmina è una signora affascinante e sofisticata, che fonde stili ed ambienti diversi che vanno dal gothic lolita al cosplay al harajuku.
E’ autrice di tre libri distribuiti da Penguin Usa e Random House e le sue pubblicazioni sono state descritte in alcune delle riviste più prestigiose come Cosmopolitan, The New Yorker, Washington Post, WWD, Vogue Italia e LA Times.
Hanno parlato di lei la TV Giapponese NHK, il National Geographic e perfino la CNN International. La Carmina è anche una giornalista di viaggi e cultura pop ed è diventata, in poco tempo, una delle 40 top blogger del mondo.
La sua popolarità è dovuta al suo spirito eclettico e sempre al passo con le mode. La sua scrittura è fluida e leggibile e, soprattutto, costituisce un punto di riferimento per tutti quei giovani giapponesi che cercano un’identità alternativa.


Il modo migliore per conoscere La Carmina è immergersi nell’enorme quantità di recensioni, documentari e pubblicazioni nate per descrivere questo innovativo fenomeno culturale.

Per questo motivo vi segnalo alcuni link interessanti, oltre al suo blog ufficiale che potrete trovare all’indirizzo: http://www.lacarmina.com/blog

http://www.youtube.com/watch?v=c4ed6cM303Y (un cinegiornale su La Carmina)


http://www.lacarmina.com/books.php (le sue pubblicazioni)

http://www.youtube.com/watch?v=B6Evqr8S59 (un altro video sulle sue passioni e il suo innato talento)



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martedì 22 novembre 2011

Pekoppa ペコッぱ: una pianta per amica



Pekoppa (ペコッぱ) è il nome dell’ennesima invenzione geniale che da alcuni anni spopola in Giappone ed è diventata per molti una compagna insostituibile.
Si tratta di una pianta in grado di riconoscere la voce del proprietario e di interagire con lui.
Al suono della voce, infatti, Pekoppa allunga le sue foglie e i suoi rami come se stesse realmente rispondendo alle parole del suo interlocutore.

Pekoppa è stata ideata dalla società giapponese Sega Toys Co. Ltd. e, fin dal suo lancio, ha registrato vendite da record. Secondo Minako Sakanoue, portavoce di Sega Toys, il giocattolo favorirebbe l’interazione psicologica e lo scambio a qualsiasi età, sostituendo familiari, amici e anche colleghi di lavoro poco propensi al dialogo.

Pekoppa è disponibile anche in versione fiorita con il nome di Hanappa alla modica cifra di 2,310 Yen (circa $23.50).
E’ possibile acquistarla a questo sito: http://www.japantrendshop.com/index.php?language=it dove potrete trovare, in vista del Natale, altre mille idee interessanti e fuori dal comune.





lunedì 21 novembre 2011

"Real Geisha Real Women"

Per tutti coloro che vogliono approfondire la vita e il mondo delle geisha, segnalo un documentario dal titolo "Real Geisha Real Women" a cura di Peter MacIntosh.

Sul sito: http://realgeisharealwomen.com/index.html, è possibile acquistare il documentario e vedere alcuni stralci delle storie di maiko e geiko.

Buona visione! ; )

Il Kokiji 古事記



Il Kojiki (古事記, letteralmente "cronaca di antichi eventi") è la più antica testimonianza letteraria del Giappone insieme al Nihon Shoki e all’Heike Monogatari.

Esso si compone di tre maki (rotoli di seta o di carta), scritti in caratteri cinesi;  la tecnica per leggere il Kojiki fu recuperata nel periodo Edo dal filologo e studioso Motoori Norinaga, che dedicò al libro anche un commentario: il Kojiki-den.  

Il Kojiki fu redatto dal nobile Ō-No-Yasumaro (太安万侶) nel 712 e commissionato dall'imperatore Tenmu (天武) per celebrare l’antico mito del Giappone affinchè la sua storia si perpetuasse nei secoli. L’opera fu infine presentata alla corte dell'imperatrice Genmei.

In realtà, si tratta di una rielaborazione della tradizione mitologica del Giappone finalizzata a giustificare la discendenza divina dell’imperatore e legittimare la preminenza politica del clan Yamato (大和) sugli altri, in particolare su quello di Izumo (出雲).

Ō-No-Yasumaro, nella sua prefazione, riferisce di aver attinto il materiale da due principali fonti: i Teiki (registri imperiali) e i Kuji (miti antichi). Molto probabilmente, il riferimento agli antichi registri imperiali serviva all’autore per dare fondamento storico alla narrazione. La seconda fonte, ossia i Kuji, oltre a dare ampio respiro e leggibilità alla narrazione, ha un’importanza fondamentale perché stabilisce il carattere “non umano” dell’elezione imperiale e dunque la sua giustificazione e legittimazione su tutti gli altri clan. Il clan Yamato, infatti, sarebbe discendente dalla dea Amaterasu, generata a sua volta da cielo e terra (Kami Izanagi e Izanami), quando il mondo non era ancora stato creato.

Il testo, oltre ad essere storicamente interessante, introduce il lettore alla mitologia giapponese, che avrà un notevole sviluppo nel corso dei secoli. Inoltre, il Kojiki, rappresenta il primo testo in cui sono elencati i principi dello shintoismo, filosofia che è alla base della cultura giapponese.

Per chi fosse interessato alla lettura di questo testo: Paolo Villani (a cura di), Kojiki: un racconto di antichi eventi, Marsilio, 2006




giovedì 17 novembre 2011

Ikuko Kawai (川 井 郁 子)




Ikuko Kawai ( ), originaria di Takamatsu, è una bravissima violinista giapponese di fama internazionale ma poco conosciuta in Italia.
Tra le sue partecipazioni più importanti ricordiamo quella con l’Orchestra Filarmonica di Varsavia, e il concerto alla Carnegie Zankel Hall di New York del 4 ottobre 2008.
Oltre ad incidere numerosi dischi, Ikuko Kawai si è esibita con artisti di spicco del panorama pop tra cui Sheila E. e il Gypsy Kings.

Questa bravissima artista vanta, inoltre, un’apparizione come attrice in una nota serie televisiva giapponese.
Attuamente lavora presso l’Università di Belle Arti di Osaka che le ha concesso l’utilizzo di uno meraviglioso violino Stradivari del 1715.

Per apprezzare al meglio la sua arte vi consiglio il sito ufficiale e la pagina di facebook, dove è possibile ascoltare alcuni dei suoi pezzi più famosi.







Kokeshi (こけし)

Un video sulla realizzazione delle kokeshi (こけし): le tradizionali bambole giapponesi




mercoledì 16 novembre 2011

Poesia e anima


“La poesia giapponese, avendo come seme il cuore umano, si realizza in migliaia di foglie di parole. La gente in questo mondo, poiché vive fra molti avvenimenti e azioni, esprime ciò che sta nel cuore affidandolo alle cose che vede o sente. Si ascolti la voce dell’usignolo che canta tra i fiori o della rana che dimora nell’acqua: chi, tra tutti gli esseri viventi, non compone poesie? La poesia, senza ricorrere alla forza, muove il cielo e la terra, commuove perfino gli invisibili spiriti e divinità, armonizza anche il rapporto tra l’uomo e la donna, pacifica pure l’anima del guerriero feroce”


Questa è la traduzione della prefazione giapponese (Kanajo) di Ki no Tsurayuki al Kokin Waka shū 古今和歌集 (edito in Italia a cura di Ikuko Sagiyama). Ritengo che sia una descrizione perfetta non solo della poesia giapponese, ma degli effetti benefici della poesia sul cuore degli uomini. Consiglio vivamente a tutti di acquistare questo capolavoro di equilibrio e perfezione formale. Il testo è corredato di note esplicative e presenta il testo originale a fronte.
Un ringraziamento speciale all’autrice del sito http://www.bibliotecagiapponese.it/ che mi ha segnalato questo bellissimo testo.

Tre Hyakumonogatari Kaidankai (in inglese)

Hyakumonogatari Kaidankai: un gioco "spettrale"


Hyakumonogatari Kaidankai (百物語怪談, Cento Racconti di Spiriti) è il nome di un gioco molto diffuso in Giappone nel periodo Edo. Esso consisteva nel riunirsi di notte in una stanza illuminata da 100 candele, per raccontarsi a turno dei kaidan (brevi storie di fantasmi), generalmente si trattava di storie tradizionali del luogo o di esperienze presumibilmente dirette. Dopo ogni racconto, il narratore spegneva una candela per evocare gli spiriti della morte; il gioco si concludeva solo quando l’ultima delle 100 candele era spenta.
La prima testimonianza dell’origine di questo gioco, si trova nel Kaidan-shu Tonoigusa (1660), conosciuto anche come Otogi Monogatari. Tonoigusa racconta la storia di alcuni samurai che, come prova di coraggio, solevano raccogliersi in gruppo e raccontarsi queste storie tenebrose.
Tuttavia, il primo testo ad utilizzare il termine “hyakumonogatari” è del 1677; si tratta del Hyakumonogatari Shokoku, (100 Racconti di vari paesi) in cui ogni storia di yūrei e yōkai è presentata come realmente accaduta.
Dopo l’Hyakumonogatari Shokoku furono pubblicati numerosissimi testi che avevano come filo conduttore proprio questo tipo di racconti: ricordiamo lo Shin Shokoku Hyakumonogatari (Nuovi 100 racconti di vari paesi), l’Hyakumonogatari Osogi (100 Storie di Osogi), l’Hyakumonogatari Taihei (100 Racconti di Pace), il Hyakumonogatari Bansei (100
Storie di Eternità).
Come abbiamo visto l’Hyakumonogatari divenne ben presto popolarissimo, tanto da diventare un vero e proprio genere letterario che ebbe ulteriore spinta propulsiva grazie all’avvento delle nuove tecniche di stampa. Da qui nacque lo Yūrei-e, un genere che univa il racconto di fantasmi a meravigliose illustrazioni (ricordiamo gli splendidi disegni e dipinti di Hokusai). Ancora oggi, l’horror giapponese non può prescindere da questo curioso e originale genere letterario che ha fornito spunti anche per la creazione di manga e serie televisive.

martedì 15 novembre 2011

Geisha

Sulla mia pagina di facebook, un bel video documentario sulla vita quotidiana delle geisha!

http://www.facebook.com/#!/pages/Nippon-no-Seishin-Lo-Spirito-del-Giappone/302737806423044?sk=wall

I profumi del Giappone al Nishiki Market



Il Nishiki Market (錦市場 Nishiki Ichiba) è una delle tappe obbligate per chiunque visiti Kyoto. Si tratta di un mercato in cui è possibile trovare ogni tipo di cibo tradizionale giapponese. L’atmosfera è quella tipica dei mercati, con venditori che pubblicizzano i loro prodotti o che fanno assaggiare le proprie delizie. Esso si trova a nord di Shijō-dōri (四条通,), si estende per circa 400 metri e conta più di 100 stand. Consiglio vivamente di inserire questa meta nel proprio piano di viaggio. La cordialità dei giapponesi e i profumi di quella terra rapiranno per qualche ora i vostri occhi e il vostro olfatto. Inoltre, è possibile gustare vari “cibi da strada” a prezzi veramente stracciati.
Questo è il Il sito ufficiale del Nishiki Market: http://www.kyoto-nishiki.or.jp/english/


domenica 13 novembre 2011

Oku No In (奥の院) e il fascino della morte

Oku No In ((奥の院), è uno dei luoghi sacri del Giappone, meta di pellegrinaggi da parte dei fedeli buddisti o semplicemente di turisti che vogliono godersi un incredibile spettacolo creato dalle lanterne, che donano un’atmosfera spettrale ma molto affascinante.

Oku No in è sede del mausoleo di di Kobo Daishi, noto anche come Kukai, fondatore del Buddismo Shingon ed uno dei personaggi più venerati in Giappone. Si pensa infatti che Kobo Daishi non sia morto ma riposi in attesa del Miroku Nyorai (Maihreya), il Buddha del futuro, e offra sollievo a coloro che pregano per lui.

Per accedere a questo cimitero, occorre attraversare il ponte Il Ponte Ichinohashi (primo ponte), da qui comincia la lunga fila di lapidi (oltre 200.000) e cedri che anticipano l’ingresso al mausoleo. Ogni buddista, degno di nota, aspira ad avere un posto accanto a Kobo Dashi; questo dovrebbe garantirgli una posizione privilegiata quando verrà la fine del mondo.

Oku No In è situato a sud di Osaka ed è segnalato da numerose guide proprio per la sua atmosfera surreale e incantevole. Vi consiglio di armarvi di coraggio e di visitare questo splendido posto di notte, per godere fino in fondo dello spettacolo delle lanterne miste ad una natura tipicamente giapponese.




sabato 12 novembre 2011

La pittura come visione: Kazuki Takamatsu 高松 和樹


Il Giappone contemporaneo offre spunti e suggestioni artistiche tutte da scoprire. Oggi voglio parlavi di un artista, i cui dipinti sembrano usciti da un mondo di fiabe e di visioni oniriche.

Si tratta di Kazuki Takamatsu 高松 和樹 un “genio” capace di mescolare stili e tecniche tradizionali per creare qualcosa di impalpabile e di surreale.

Egli utilizza la tecnica del gouache (che prevede l’utilizzo di un colore a tempera con l’aggiunta di un pigmento bianco che dona profondità e volume). I suoi dipinti sembrano creati al computer ed hanno una notevole resa tridimensionale nonostante l’utilizzo di un unico colore. Vi lascio il link al suo sito ufficiale dove potrete ammirare questi capolavori di arte contemporanea:





giovedì 10 novembre 2011

Un pianto spettacolare: il Konaki Sumo



Il Konaki Sumo (sumo del pianto) è una strana manifestazione che si organizza in alcuni templi giapponesi da oltre 400 anni.
Essa consiste nell’incontro di due lottatori di Sumo, ciascuno con in braccio un bambino, che si scontrano a colpi di lacrime. I due lottatori si pongono l’uno di fronte all’altro e attendono pazienti che il proprio bambino cominci a piangere. Il vincitore sarà colui che piangerà per primo o, nel caso di “pianto contemporaneo, il bambino che griderà più forte.
Tutto ciò avviene di fronte ad un sacerdote che ha il compito di giudicare l’intensità del pianto. Il bambino che piangerà per primo o in modo più intenso, guadagnerà la protezione degli dei e godrà di grande salute.  Non a caso un proverbio giapponese recita così: "Naku ko wa sodatsu" ossia “I bambini che piangono crescono più velocemente”.
Qualora vi venisse voglia di assistere a questo spettacolo, esso si può ammirare in aprile nel tempio Sensoji di Tokyo.







mercoledì 9 novembre 2011

Le Harajuku Girls e il Kegadoru



Le Harajuku girls prendono il loro nome dall’omonimo quartiere di Tokyo, da sempre fucina di mode e nuove tendenze.
Si tratta di ragazze, spesso adolescenti, che esibiscono look particolarmente eccentrici mescolando abiti tradizionali, capi ultramoderni e di gran moda, elementi gothic-punk e perfino le classiche divise scolastiche.
L’indumento caratteristico delle harajuku sono le calze al ginocchio, una sorta di occidentali autoreggenti che spesso hanno trame e disegni manga mescolati a merletti o a motivi artistici.
L’ultima moda di queste stravaganti adolescenti è il kegadoru, ossia l’atto di bendare varie parti del corpo per aumentare il desiderio sessuale. Pare che un corpo bendato, che celi possibilmente delle ferite, attiri gli sguardi degli uomini orientali notoriamente feticisti.
Le bende posso essere di diversi colori: il bianco indica verginità e castità; il nero è sintomo di una sessualità aperta e senza freni con spunti sado-masochisti; il rosso rappresenta il desiderio di fuga dalla realtà.


Shichi-Go-San (七五 三)


Il 15 novembre in Giappone si festeggia il Shichi-Go-San (七五 letteralmente “sette-cinque-tre). Si tratta di un “rito di passaggio” durante il quale i genitori conducono i propri figli di sette, cinque e tre anni ai templi per segnare i momenti più importanti della loro crescita.
In Giappone, infatti, queste tre età rappresentano momenti particolarmente importanti nella vita di un bambino: a sette anni le ragazze cominciano ad indossare l’obi (, ); a cinque anni i bambini indossano l’hakama ()e a tre anni sia maschi che femmine hanno il permesso di farsi crescere i capelli.
Dopo la visita ai santuari, i genitori comprano ai loro figli  i chitose-ame ( : caramella dei "mille anni"); sono caramelle di forma allungata, imbustate in carta con illustrazioni di gru e tartarughe, animali che tradizionalmente simboleggiano la longevità.

Questo festival ebbe inizio nel periodo Heian (794-1185) ma era riservato esclusivamente ai nobili e non aveva una data precisa in quanto si trattava di una festa privata.
Successivamente fu fissato al quindici novembre quando lo Shogun Tsunayoshi Tokugawa decise di celebrare, proprio in quel giorno,  la crescita di suo figlio Tokumatsu.
Nel periodo Edo (1603-1868), questa pratica si diffuse anche alla gente comune, che cominciò a recarsi in visita ai santuari per affidare ai monaci la buona crescita dei propri figli.  

Il Shichi-Go-san nella forma in cui si celebra oggi,  si è avuto in epoca Meiji (1868-1912) quando avvenne la ben nota e traumatica modernizzazione del paese.
Per questa celebrazione, è stato scelto il 15 Novembre perché considerato uno dei giorni più propizi dell'anno.






martedì 8 novembre 2011

La cerimonia delle lanterne: Toro nagashi ( 灯 籠 流し)



La Toro nagashi ( 流し) è una cerimonia giapponese in cui i partecipanti lasciano lungo un fiume delle lanterne di carta (chochin) che dovrebbero guidare gli spiriti dei defunti nell’al di là.
La cerimonia si svolge nel corso del Festival Obon (お盆), durante il quale i giapponesi tornano ai luoghi d’origine  per visitare e pulire le tombe dei propri antenati.
Il Festival di Obon dura tre giorni, ma la sua data d'inizio varia all'interno di diverse regioni del Giappone.
Quando, all'inizio dell'era Meiji, il calendario lunare è stato sostituito con il calendario gregoriano, le varie regioni del Giappone hanno differenziato questo festival in tre momenti diversi: il primo è lo "Shichigatsu Bon" (Bon nel mese di luglio), basato sul calendario solare, viene celebrato intorno al 15 luglio nel Giappone orientale (regione di Kanto come Tokyo, Yokohama e la regione del Tohoku); il secondo è l’ "Hachigatsu Bon" (Bon in agosto), che si celebra intorno al 15 di agosto in moltissime regioni del paese; infine il "Kyu Bon" (vecchio Bon), si celebra il 15 ° giorno del settimo mese del calendario lunare (dunque ha una data mobile), esso si celebra nella parte settentrionale della regione di Kanto, regione Chugoku, Shikoku, e nelle isole Ryukyu.
Qui di seguito un video di questa suggestiva cerimonia:


Lo scienziato pazzo: Yoshiro Nakamatsu (中 松 义 郎)




Yoshiro Nakamatsu ( ) meglio conosciuto come Dr. NakaMats (ドクター 中松 Dokutā Nakamatsu), è uno scienziato giapponese che, attualmente, detiene il record mondiale di invenzioni (circa 3000 brevetti).

Secondo quanto riferisce il Dr. NakaMats, alla base delle sue invenzioni ci sarebbe un vero e proprio processo creativo, frutto della sua volontà. Questo “processo” partirebbe dall’ascolto di musica intervallato da successive e prolungate immersioni in acqua che favorirebbero la mancanza di ossigeno e dunque, avrebbero il potere, a “0,5 secondi dalla morte” di illuminare la zona creativa del cervello. Egli sostiene, inoltre, di avere in casa un’enorme toilette in oro e un ascensore che lo aiuterebbero a pensare meglio. L’obiettivo principale di questo scienziato pazzo è di vivere almeno 144 anni e brevettare infinite invenzioni.

Tra le sue creazioni più note ci sono: la poltrona “Cerebrex”, che aiuterebbe le funzioni cerebrali grazie ad un raffreddamento della testa e ad un riscaldamento dei piedi; un cd per migliorare le prestazioni sessuali; le scarpe “PyonPyon”, dotate di molle, che consentirebbero di saltare e diminuire il tempo per raggiungere una meta; una sigaretta con un dispositivo che migliorerebbe l’ attività cerebrale e il più recente “Love Jet”: uno spray ad uso femminile che una volta spruzzato, per effetto del dehydroepiandrosterone, farebbe cadere gli uomini ai propri piedi.

Il Dr. Nakamatsu è apparso in diversi show televisivi americani, tra cui “Late Night with David Letterman”. Nel 2005 gli è stato assegnato il premio Ig Nobel (una parodia del premio Nobel), per aver fotografato per 34 anni tutti i suoi pasti. Inoltre, nel 2007 e nel 2011, si è perfino candidato alle elezioni come governatore di Tokyo.

lunedì 7 novembre 2011

Lo shibari o kinbaku: una vera forma d'arte



Lo shibari (縛り shibari), o kinbaku (緊縛 kinbaku), è di recente venuto alla ribalta a causa di un triste evento di cronaca nera. Al di là delle considerazioni moralistiche, lo shibari è una forma d’arte che fa dello l'hojōjutsu, ovvero l'atto di legare una persona, il suo principale manifesto.
Si tratta di una forma d’arte molto antica, risalente al 1400 quando veniva utilizzata come tecnica di prigionia dalla polizia e dai samurai. Il tipo di legatura e il colore della corda variava a seconda della stagione, ma certamente una legatura ben fatta contribuiva alla fama del samurai che l’aveva effettuata.
Fu all’inizio del 1800 che lo shibari divenne kinbaku e assunse quella valenza erotica che tutti conosciamo.
I materiali utilizzati per le legature  possono essere canapa e bambù: la canapa viene sottoposta ad un lunghissimo processo di lavaggio ed asciugatura, per poi essere frizionata con olio di visone che la rende morbida e adatta all’uso; il bambù, invece, si utilizza per legare parti del corpo meno sensibili in quanto risulta più duro ma certamente molto flessibile.
Lo shibari, inteso come kinbaku, rientra nel gioco potere-sottomissione; ma il suo fascino può essere colto nella sua affinità con le altre arti giapponesi come l’ikebana, il sumi-e o lo shodo. Un corpo legato con la tecnica dello shibari è una sorta di scultura in movimento, che prende vita lentamente e raggiunge il suo culmine a lavoro terminato.
Molti artisti contemporanei si sono ispirati a questa conturbante forma d’arte, tra i più noti vi è sicuramente Nobuyoshi Araki (http://www.arakinobuyoshi.com/main.html) che di recente ho avuto modo di apprezzare in una mostra a Roma. Le sue fotografie esprimono il senso profondamente estetico di quest’arte e, nonostante i numerosi soggetti nudi, non risultano mai volgari ma portano con sé l’ineffabilità tipica dello spirito giapponese.